Per educare un bambino ci vuole un villaggio.

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Metodologia

    Le azioni costituiscono la struttura della Metodologia intesa come ricerca azione, producono il materiale necessario alla sua realizzazione e determinano a livello scientifico sociale la cultura necessaria all’individuazione alla valorizzazione del sapere dei genitori.


    PRIMA  AZIONE
    Raccogliere, pubblicare e diffondere le narrazioni degli itinerari educativi dei genitori
    Raccogliere, pubblicare e diffondere le narrazioni degli itinerari educativi che i genitori compiono con i loro figli è un’operazione volta alla ricerca di capacità, alla scoperta di potenzialità.


    Raccogliere
    La Metodologia Pedagogia dei Genitori indica il modo per valorizzare la soggettività della famiglia e ottenere la versione autentica dei percorsi educativi realizzando atteggiamenti di reciprocità culturale.
    E’ importante precisare i modi con i quali ottenere le narrazioni degli itinerari educativi dei genitori. L’atteggiamento e la situazione determinano non solo la qualità ma la sostanza della narrazione. Se vi è disimmetria e senso di superiorità da parte di chi raccoglie le testimonianze la soggettività non può esprimersi. Se si imposta il dialogo indirizzandolo verso problemi e difficoltà, verranno restituiti problemi e difficoltà. La Metodologia assume la posizione della pedagogia volta alla ricerca di risorse e capacità, appellandosi all’orgoglio e alla gioia di esser genitori.
    Il luogo di elezione, la situazione ottimale in cui raccogliere gli itinerari educativi è il Gruppo di narrazione. E’ un modello di co-ricerca, non vi è una persona-soggetto che ricerca e una persona-oggetto che viene studiata, il rapporto si imposta su un modello di cooperazione in cui ognuno viene messo nelle condizioni di esprimersi con i propri strumenti culturali e capacità espressive.

    Pubblicare
    La Metodologia prevede che i genitori, dopo l’esposizione orale, mettano per iscritto gli itinerari educativi compiuti assieme ai figli. La scrittura fissa e rende comunicabile nel tempo e nello spazio il loro impegno educativo. Significa permettere a un vasto pubblico, agli esperti e ai professionisti di prendere in considerazione il pensiero dei genitori, mettendo le basi per il patto educativo. 
    I precorsi narrativi appartengono alla specificità genitoriale ma fanno parte di un  processo più ampio nel quale devono esser ricollocati e collegati. L’educazione non è una sfera privata, la formazione dell’uomo è connessa alla sua vita e all’interno di una comunità. La Metodologia rende palese il processo dell’educazione familiare tramite la pubblicazione di questi itinerari. 
    Dar loro voce significa sottolineare l’importanza, “la necessità di portare nel mondo l’esperienza delle persone che la società rende mute e quindi in esistenti (Revelli).

    Diffondere
    Nell’epoca della comunicazione di massa è necessaria una diffusione che si apra a vasto raggio, coinvolgendo un numero ampio di persone, per costruire opinione pubblica favorevole all’attività educativa dei genitori. Lo strumento principale per la diffusione è  l’edizione di testi che contengono le narrazioni dei genitori. Strumento di diffusione è anche la rete elettronica Internet, con la creazione di siti di facile accesso e leggibilità che presentino i principi essenziali di pedagogia dei genitori e offrano la possibilità di approfondimenti.
    La diffusione degli itinerari educativi dei genitori permette di far ascoltare la loro voce, di ottenere l’interpretazione autentica dei percorsi educativi fatta dai protagonisti. Vi è la possibilità di avere una versione fornita dalla famiglia delle vicende che coinvolgono esperti e genitori, rendersi conto delle conseguenze, a breve e lungo periodo, di determinate frasi o atteggiamenti. Il testo scritto permette di riflettere sulle frasi scritte dai genitori.  


    SECONDA AZIONE
    Formare i professionisti tramite le narrazioni dei genitori
    Cercatori doro è metafora per gli esperti che si occupano di genitorialità: scoprire le infinite risorse dell’educazione della famiglia nelle narrazioni.
    La Metodologia più che di uomo, parla di rapporti umani volendo sottolineare la soggettività e la relazione,non solol’oggettività e la corporeità della persona. In quest’ambito rientrano insegnanti, educatori, assistenti sociali, giudici, medici, infermieri, tutti coloro che della relazione con l’uomo fanno la loro professione. Sono esperti ai quali la società delega l’incarico di occuparsi della persona nei momenti cruciali della sua esistenza: l’educazione, la relazione, la cura e la crescita.
    La Metodologia Pedagogia dei Genitori propone come momento formativo la narrazione. E’ conoscenza che permette di ‘situare’ la realtà dell’uomo, inserirne le azioni nello spazio e nel tempo, dare un ‘senso’ alle vicende umane. La narrazione non è solo strumento per comunicare informazioni, diventa efficace momento di formazione.
    Nella Metodologia non vi sono strumenti interpretativi: la narrazione dei genitori, inserita in un quadro epistemologicamente corretto ha il valore di creare un linguaggio comune per costruire una base sulla quale edificare il patto educativo/ terapeutico.
    La metafora di Paul Feyerabend chiarisce la complementarità tra il sapere della scienza degli esperti e il sapere dell’esperienza dei genitori. Egli si chiede chi conosce meglio il campo: il contadino che lo coltiva da decenni o l’agronomo che ha scritto testi teorici sull’argomento. La risposta è tutti e due: il contadino per migliorare ha bisogno della conoscenza dell’agronomo che a sua volta deve rifarsi al contadino per l’applicazione delle sue indicazioni.


    TERZA AZIONE
    Ricerca e diffusione
    Una formazione affidata alla sola esposizione delle narrazioni dei genitori sarebbe incompleta e non riconoscibile a livello scientifico. Data la complementarietà del sapere situato con quello formalizzato, il primo deve esser collegato all’altro: le narrazioni dei genitori appartengono all’ambito pedagogico riconducibile alle scienze dell’uomo. L’unicità della persona non può esser spiegata astrattamente tramite modelli, ma nella sua dimensione storico culturale. La scelta narrativa viene giustificata, inserita in un ambito epistemologico: per esser introdotti nel campo degli esperti occorre parlare il loro linguaggio, utilizzare gli strumenti che presiedono alla loro qualificazione e alla loro formazione.
    Nella Metodologia la ricerca si apre al campo metodologico per validare il sapere dell’esperienza genitoriale e la sua forma narrativa. Ciò permette una formalizzazione delle conoscenze e competenze educative dei genitori e di situarle nell’ambito dei saperi funzionali alla formazione dell’uomo.
    La generalizzazione e la teorizzazione è legata alla dimensione scientifica che si esprime in termini più generali e permette una diffusione generale del sapere dei genitori.