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La Comunicazione visiva

    Comunicazione visiva è strumento della Metodologia Pedagogia dei Genitori. L’evidenza e l’universalità delle immagini permettono la diffusione delle competenze e delle conoscenze della famiglia, attribuendo loro dimensione sociale. Viene utilizzato il mezzo comunicativo audiovisivo, immediato e comprensibile da tutti. 


    Obiettivi:

    • Valorizzare le conoscenze e le competenze dei genitori tramite la comunicazione visiva
    • Documentare l’attività della Metodologia
    • Mettere al servizio della genitorialità la creatività e la competenza di chi si occupa di comunicazione
    • Creare prodotti a larga diffusione sociale che sostituiscano stereotipi negativi sula famiglia
    • Diffondere i valori presenti negli itinerari educativi compiuti dai genitori assieme ai figli (pedagogia della speranza, della fiducia, dell’identità, della responsabilità e della crescita)
    • Formare, tramite la narrazione degli itinerari educativi dei genitori, gli operatori dei media per trasmettere i valori educativi della famiglia
    • Favorire una comunicazione educativa dal basso dove le agenzie educative si alleano per creare un’opinione pubblica favorevole ai valori della famiglia.

     

       Le produzioni hanno caratteristiche di immediata leggibilità, propongono un’immagine positiva della famiglia, stimolano dibattiti, sono promossi dalle istituzioni (Scuole, Comuni, ASL, Associazioni) che adottano e diffondono la Metodologia. Chi li produce è  consapevole dei principi fondanti Pedagogia dei Genitori. L’evidenza dell’esposizione narrativa permette una comunicazione esplicita dei valori della genitorialità. I prodotti visivi trasmettono la serenità e la positività dell’educazione genitoriale e non sfruttano l’emotività che caratterizza la comunicazione visiva.


    Tipologie e generi

    • Documentazione di percorsi della Metodologia: Gruppo di narrazione, “Con i nostri occhi”, Orientamento – Educazione alla scelta, La legalità inizia in famiglia…
    • Presentazione dei principi della Metodologia evidenziati dalle narrazioni dei genitori
    • Rielaborazione narrativa di itinerari di genitorialità prodotti da esperti
    • Filmati elaborati da professionisti con l’apparato produttivo e le tecniche del cinema.
     

    Le produzioni audiovisive permettono l’aggregazione a livello territoriale, costituendo momenti di approfondimento, studio, socializzazione in occasione di Convegni, Seminari, Collegi Docenti, Corsi di formazione.



    Pedagogia dei genitori e comunicazione sociale
    La Metodologia Pedagogia dei Genitori ha l’obiettivo di iscrivere la formazione dei figli da parte della famiglia nella dimensione civile della società: riconoscere nei genitori i cittadini che, nella educazione e crescita dei figli, collaborano con le pubbliche istituzioni per la cura di interessi collettivi. L’art. 118 della Costituzione afferma che lo Stato, le Regioni e gli Enti locali favoriscono: “L’autonoma iniziativa dei cittadini (…) per lo svolgimento di attività di interesse generale.
    Tale consapevolezza viene diffusa tramite i mezzi di comunicazione di massa che riprendono la loro funzione educativa di diffusione di valori.  Le produzioni visive sulla famiglia di Pedagogia dei Genitori conferiscono dignità professionale e culturale all’azione degli operatori dei media che contribuiscono alla creazione di un tessuto solidale.
    Grazie alla documentazione le competenze e le conoscenze educative dei genitori diventano patrimonio culturale collettivo. Si crea una sensibilità in grado di ricercarle, sollecitarle, diffonderle, suscitando attorno alla genitorialità una coscienza civile che la valorizza e la sostiene.
    La tecnologia permette a tutti di realizzare prodotti di qualità formalmente corretti, la possibilità di far crescere una cultura della valorizzazione di quello che avviene nella realtà quotidiana, per farne emergere i valori. Di dar voce a coloro che non hanno voce. Accanto ai professionisti della comunicazione Pedagogia dei Genitori chiede alle persone di buona volontà, alle scuole, alle associazioni di impadronirsi dei media per costruire voci alternative per una cultura della solidarietà e far emergere la genitorialità nei suoi vari aspetti. 

    Pedagogia dei Genitori e comunicazione visiva
    I mezzi di comunicazione visiva hanno un potere di penetrazione prevalentemente utilizzato a scopi commerciali e di condizionamento, di diffusione del consumismo, come sostiene Giovanni Sartori in Homo videns, per occupare il tempo dei cittadini e sviluppare conformismo. Sono da considerarsi agenti di trasformazione delle coscienze.
    Spesso la comunicazione a carattere sociale è realizzata dai professionisti, i pubblicitari, abituati a creare bisogni, a indurre esigenze non reali, a proporre situazioni oltre il limite, sono produzioni di tipo consolatorio, addormentano le coscienze, senza proporre situazioni reali. Abituati a rappresentare la perfezione, il godimento e l’appagamento, trattano la comunicazione sociale in modo buonistico, lezioso, edulcorato, oppure in modo espressivo, violento, scioccando le persone allontanandole dalla riflessione. Distolgono dai problemi reali esaltando le possibilità del mezzo o loro stessi, lasciando da parte le persone o i problemi che hanno solo sfiorato e che non appartengono al loro mondo e a loro modo di pensare. Devono mettersi all’ascolto delle persone, imparare dalle famiglie oppure offrire le loro competenze a persone che non hanno interessi da difendere.
    L’alleanza con chi ha compiti di ideazione, programmazione, produzione e diffusione è importante per la genitorialità: è diventato senso comune che la famiglia sia sprovveduta, bisognosa di aiuto, quando non addirittura colpevole. Prevale nei media l’immagine di genitori deboli, depressi, incapaci di educare, che devono imparare da esperti, da testi teorici. I mezzi di comunicazione di massa, che hanno diffuso questo messaggio e l’hanno fatto diventare opinione pubblica, devono iniziare a dare un’immagine corretta, reale e positiva della famiglia. Il medium adempie così alla sua funzione di valorizzazione delle capacità delle persone, propone spunti di riflessione, viene incontro alle esigenze più importanti della società, presentando la voce dei cittadini, dando loro occasione di crescita umana e sociale.


    I media valorizzano le competenze e le conoscenze dei genitori
    La comunicazione, anche quella visiva, non si costruisce solo con mezzi tecnici, si elabora col cervello e col cuore, con informazioni corrette e impegno sociale. Chi si occupa di informazione e formazione sulla famiglia deve interrogarsi sul suo valore e sulla sua funzione .
    La Metodologia Pedagogia dei Genitori fornisce indicazioni scientifiche che orientano sulle sue conoscenze e le competenze. E’ da queste indicazioni che occorre partire. I media contribuiscono a ricostruire il senso di responsabilità collettiva nei confronti di chi ha il compito di far crescere le giovani generazioni. In quest’direzione chi si occupa di famiglia nei media partecipa a un’azione che appartiene a tutta la collettività e agisce con un rigore etico analogo a quello di chi si occupa dell’uomo in tutte le sue dimensioni. 
    Pedagogia dei Genitori, inserendo la comunicazione visiva nei propri strumenti, intende restituirle la sua funzione educativa di mezzo funzionale alla formazione dell’uomo. Per far ciò viene utilizzata una delle azioni previste dalla Metodologia: la formazione degli esperti fatta dai genitori, in modo i professionisti della comunicazione riconoscano e acquisiscano non solo il riconoscimento delle competenze e delle conoscenze dei genitori, ma la necessità della loro valorizzazione e diffusione tramite i mezzi comunicativi più moderni ed efficaci. Si impadroniscono dei valori della genitorialità per utilizzare le loro abilità e i mezzi su cui hanno competenza a fini educativi e non di potere, per far crescere le persone e il mondo. 
    Lo strumento principale è la narrazione, il racconto da parte dei genitori dell’itinerario educativo compiuto col figlio. La comunicazione visiva del racconto permette di trasmettere con evidenza la genitorialità, comunicare l’empatia, questo traspare se chi riprende e monta le immagini, lo fa con consapevolezza morale e rigore scientifico. 
    Il rapporto tra chi produce video e chi è soggetto dell’inchiesta o del reportage nell’ambito della famiglia è di tipo formativo: chi viene intervistato educa chi intervista e chi intervista si appropria delle competenze dell’intervistato restituendole e diffondendole. La relazione che si instaura si riflette nel prodotto finale. Sarà tanto più efficace quanto la relazione è stata corretta e paritaria. Questo modello di comunicazione si iscrive nell’etica professionale.


    TIPOLOGIE E GENERI
    Documentazione
    Nella società della comunicazione documentare significa proporre rilevanza sociale agli eventi, presentarli in modo corretto all’opinione pubblica. Ciò vale soprattutto per la Metodologia Pedagogia dei Genitori, intervento nuovo che intende portare una cultura diversa nelle relazioni tra il sociale e la famiglia. Significa impostare in termini di documentazione tutta l’attività. Utilizzare mezzi che permettano di fissare l’itinerario in modo da riprodurlo e costruire un prodotto finale. L’uso della telecamera permette l’evidenza della presa diretta il cui risultato viene esaminato analiticamente e montato in una sintesi unitaria per rivedere criticamente il procedere dell’intervento. Elaborato in modo efficace il video può proporre la replicabilità del percorso educativo di Pedagogia dei Genitori. Restituisce a chi è stato protagonista il senso della sua attività e genera nella collettività senso di appartenenza.
    Realizzazione
    “Progetto RaccontiamoCI, Pedagogia dei Genitori”.  Scuola primaria ‘V. Ramella’, Vigevano (Pavia) 2010.


    Presentazione
    Un’immagine vale più di mille parole. Una mamma o un papà che parlano del figlio dallo schermo danno l’evidenza delle loro competenze e delle loro conoscenze. Trasmettono con chiarezza il loro impegno: lo sguardo, i gesti, gli atteggiamenti accompagnano le parole in una sintesi che propone l’essenza della genitorialità. Nella presentazione ai Collegi Docenti, ai reparti ospedalieri, alle assemblee degli studenti, là dove una proiezione sia possibile, i video di Pedagogia dei Genitori completano e valorizzano l’intervento diretto della famiglia e il relativo quadro epistemologico. Danno una sintesi dell’intervento educativo basato sull’immagine e sulla parola.
    Realizzazione
    “La Pedagogia dei Genitori incontra i Genitori della Pedagogia. La soggettività della persona promossa dalla famiglia”, Siena 2005


    Rielaborazione narrativa
    Pedagogia dei Genitori può anche esser espressa attraverso la rielaborazione narrativa. Un esempio sono i video prodotti dagli studenti del DAMS di Torino all’interno di una Laboratorio in cui la dimensione pedagogica è stata proposta secondo la Metodologia.
    Il Laboratorio è iniziato con un formazione in cui i genitori hanno raccontato agli studenti gli itinerari educativi compiuti assieme ai figli. La narrazione è un momento propedeutico che permette una riflessione sui valori della genitorialità ed è tramite verso la loro rappresentazione visiva.  E’ iniziato un percorso di ricerca azione in cui gli allievi hanno formato e arricchito la loro competenza tecnica impadronendosi delle coordinate linguistico espressive con le quali rappresentare iconicamente valori sociali da condividere. Contemporaneamente hanno approfondito nella teoria e nella pratica l’attività educativa dei genitori, riflettendo sulla specificità del loro intervento e sul rapporto tra l’odierna realtà sociale e la microcellula familiare.
    Basandosi sulla formazione ricevuta hanno elaborato alcuni soggetti, base per la realizzazione dei corti. Il prodotto finale dimostra come gli allievi siano riusciti a cogliere la relazione educativa genitori figli nella quotidianità, neii piccoli gesti, evidenziando come la genitorialità consista nella formazione continua promossa dalla contiguità e dall’esempio.
    Realizzazioni
    “Crescere insieme”; “Domani”; “Assenza e indifferenza”; “Una vacanza in famiglia”; “Radici e papere”; “Gioco di anelli”; “Il viso in una mano”. Laboratorio di produzione televisiva, DAMS, Università di Torino 2006.


    Filmati
    La Metodologia Pedagogia dei Genitori può esser espressa con le modalità e gli strumenti della produzione cinematografica. Un esempio è il breve film che presenta l’esperienza di una famiglia con la figlia disabile. Lo spirito è lo stesso che ha mosso i genitori di Lorenzo a promuovere il film L’olio di Lorenzo: testimoniare un itinerario che parte da un’esperienza reale per socializzare un messaggio di speranza per tutti, rivelare una realtà fatta di lotta e di impegno civile. I realizzatori hanno prodotto un cortometraggio che potrebbe esser definito docufilm: in scena vi sono i genitori le due figlie, assieme a loro dialogano attori professionisti. Il film ha il coraggio di affrontare temi, quali il senso della vita di una persona gravemente disabile, che l’ipocrisia corrente evita. Il risultato è una sintesi in cui il valore e l’azione concreta della famiglia assume l’efficacia e la rappresentabilità proposta dalla maturità espressiva del cinema.
    Realizzazioni
    “Blackout”; regia di Paolo Valentini; interpreti: famiglia Musi, Debora Caprioglio, Enzo De Caro. Produzione Studio 900, Livorno 2006.


    Restituire consapevolezza
    Molti video non riportano solo il testo definitivo, ma anche il relativo backstage, il dietro le quinte: presentano le riprese, propongono la costruzione del prodotto, l’ideazione, l’elaborazione, il montaggio. Le finalità sono molteplici, didattiche da un lato, si impara come fare, si mostra tutto l’apparato funzionale al prodotto finale, dall’altro il risultato è di straniamento, si fornisce allo spettatore il vero senso della comunicazione visiva: è una fiction, una costruzione, non è la realtà. Viene restituito al cittadino il suo sguardo al di là dell’apparenza, al di là di quello che gli autori vogliono far vedere; ha effetto di assunzione di coscienza,  riprendere possesso del proprio sguardo, della relazione tra realtà e finzione .

     

    Diffusione e socializzazione
    I prodotti comunicativi condotti secondo la Metodologia contribuiscono alla formazione dei professionisti che si occupano di rapporti umani. Permettono di focalizzare le caratteristiche della genitorialità promuovendo dibattiti e approfondimenti. L’evidenza delle immagini ed il loro potere di suscitare emozioni si imprime nelle coscienze delle persone, la discussione che ne segue mette in grado di riflettere in modo collettivo, 
    Vengono utilizzati in ambito scolastico, sanitario e sociale in collegamento con gli interventi dei genitori e di sostegno al quadro teorico. Possono entrare nei circuiti più vasti delle reti televisive nazionali e nazionali, in ambiti che permettano un uso rispettoso e adeguato. In ambito scolastico la,presentazione dei video sulla famiglia è stata condotta dagli autori e dai genitori protagonisti sollecitando le famiglie, gli allievi e gli insegnanti al dibattito sulla genitorialità.

     

     

    Bibliografia Metodologia Pedagogia dei Genitori

    GLIP Gruppo di lavoro interistituzionale provinciale Torino, Con i nostri occhi, Torino 2005.

    A. MOLETTO  R. ZUCCHI (a cura di), Progetto La Pedagogia dei Genitori. Risorsa per leducazione e la formazione. Elena Morea editore, Torino 2001, II ed. 2006.

    A. MOLETTO  R. ZUCCHI (a cura di),  Con i nostri occhi. Un itinerario di Pedagogia dei Genitori, Torino 2006 (Supplemento Rivista Handicap & Scuola), Torino 2006

    A. MOLETTO R. ZUCCHI, Se ogni genitore èun popedagogista, “Animazione sociale “  n°193 maggio 2005  anno XXXV, pagg. 81-88.

    A. MOLETTO R. ZUCCHI, I genitori salgono in cattedra, “Animazione sociale”  XXXIV  N°185 agosto settembre  2004 pagg.  79-86.

    PEDAGOGIA DEI GENITORI, La legalitàinizia in famiglia, Associazione AEB Bolzano 2008

    PEDAGOGIA DEI GENITORI, La valorizzazione delle competenze educative della famiglia, Associazione A E B, Bolzano 2008

    PEDAGOGIA DEI GENITORI, Narrare i figli, CSV, Società solidale, Savigliano 2009. 

    G. SCOPELLITI, Conoscere l’handicap, riconoscere la persona, Centro Servizi Volontariato Toscano (CESVOT),  Firenze 2006.