Per educare un bambino ci vuole un villaggio.

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Orientamento

    • Orientamento in un mondo che cambia

    L’orientamento è un’attività necessaria e delicata in un periodo in cui le certezze vengono meno, non vi è la sicurezza di ottenere una professione corrispondente al titolo di studio, il mercato del lavoro si modifica continuamente ed occorre spesso ri-orientare le scelte. La scuola deve rafforzare le basi cognitive e relazionali, in particolare nelle fasce più deboli degli studenti. L’orientamento non può solo consistere nel riconoscimento di singole attitudini in singoli allievi. Deve essere flessibile, corrispondere alla complessità e all’articolazione della società. In questo senso orientamento è un’attività che riguarda la struttura scolastica e tutto il curriculum, non solo le classi finali. E’ analogo al concetto di educazione permanente, la long life education che si prolunga durante il corso della vita. Orientamento diventa azione in grado di potenziare la singola persona e la classe come “comunità di apprendimento”, rafforzando capacità e autostima, creando una rete di rapporti che si estende nello spazio e nel tempo.


    • Orientamento come progetto di vita

    L’orientamento non é solo riflessione strumentale alla scelta delle superiori, dell’università o di una situazione lavorativa. Si inserisce in un quadro vasto dove si situano le aspirazioni dell’allievo, i suoi rapporti dentro e fuori la scuola, la chiarezza che egli ha degli indirizzi di studio e del mondo del lavoro, le condizioni e le aspirazioni della famiglia, ecc. Proporre agli allievi la visione complessa della realtà è compito della società degli adulti, rappresentata dai docenti, dalla famiglia e dall’Ente locale. L’attività didattica in tutte le discipline si prefigge questo obiettivo. 


    • Orientamento e competenze educative dei genitori

    Il nuovo modello di orientamento è funzionale al rafforzamento della personalità del singolo che impara a conoscere le proprie capacità e diventa in grado di promuoverle. Occorre valorizzare l’identità della persona in modo che operi scelte funzionali al progetto di vita che progressivamente viene delineandosi.
    L’orientamento si collega alla formazione della personalità, per questo motivo deve essere affidato alle persone più legate alla crescita del soggetto. I genitori assieme alla scuola, contribuiscono a rafforzare l’identità dei figli - alunni, li conoscono meglio di qualsiasi altra persona.
    Le caratteristiche della genitorialità che la metodologia Pedagogia dei Genitori permette di riconoscere: pedagogia della speranza, fiducia, identità, responsabilità e crescita, sono componenti essenziali, non solo per la formazione della personalità in generale, ma anche per l’educazione alla capacità di scegliere.
    Nell’età adolescenziale, caratterizzata talvolta da conflitti, genitori diversi possono potenziare l’intervento di altri genitori e partecipare alla valorizzazione delle capacità del singolo. L’orientamento che avviene tramite la famiglia possiede infatti caratteristiche di intervento sistemico. Tutti i genitori della classe partecipano alle attività e gli alunni hanno la possibilità di riferirsi a una pluralità di adulti.


    • Itinerario di orientamento scolastico basato sulle esperienze di vita dei genitori.

    Incontri motivazionali

    • Incontro con i Coordinatori di classe. Condivisione e adattamento del progetto
    • Presentazione del progetto ai Consigli di classe da parte del Coordinatore
    • Presentazione del progetto ai genitori
    • Incontri operativi
    • Incontri tra i genitori delle classi seconde in cui narrano i percorsi educativi condotti con i figli
    • Incontri tra i genitori in cui vengono invitati a narrare e a scrivere le loro scelte scolastiche e lavorative
    • Incontro dei genitori con la classe per narrare le loro scelte 
    • Rielaborazione e trascrizione da parte degli alunni degli interventi dei genitori. Attività curricolari relative alle narrazioni dei genitori (riflessioni, questionari, disegni, illustrazioni grafiche, narrazioni, ecc.)

    Fase conclusiva

    • Incontro di riflessione e formalizzazione del percorso svolto in classe, con i genitori
    • Raccolta del materiale prodotto durante il progetto

    Socializzazione dei risultati a livello di Istituto e di territorio




    ORIENTAMENTO E EDUCAZIONE ALLA SCELTA


     Le scelte sono importanti: rappresentano un incontro di persone su dati di fatto.
    Salvatore Settis, Direttore della
      Scuola Normale Superiore di Pisa

    E’ necessaria la partecipazione attiva e consapevole di famiglie
    nei dispositivi di orientamento scolastico e professionale
    Giuseppe de Rita, Fondazione Censis


    Orientarsi in un mondo complesso
    L’orientamento è attività necessaria e complessa nell’attuale periodo in cui le certezze vengono meno, non vi è la sicurezza di ottenere una professione corrispondente al titolo di studio, il mercato del lavoro si modifica continuamente ed occorre spesso ri-orientare le scelte.
    La scuola deve rafforzare le basi cognitive e relazionali, in particolare nelle fasce più deboli degli studenti. L’orientamento non può solo consistere nel riconoscimento di singole attitudini in singoli allievi. Deve essere flessibile, corrispondere alla complessità e all’articolazione della società. In questo senso orientamento è attività che riguarda la comunità scolastica, docenti, genitori e studenti, tutto il curriculum, non solo le classi finali. E’ analogo al concetto di educazione permanente, la long life education che si prolunga durante il corso della vita. Orientamento diventa azione in grado di potenziare la singola persona e la classe come “comunità di apprendimento”, rafforzando capacità e autostima, creando una rete di rapporti che si estende nello spazio e nel tempo.

    Orientamento come progetto di vita
    L’orientamento quindi non é solo riflessione strumentale alla scelta delle superiori. Si inserisce in un quadro vasto riguardante le aspirazioni dell’allievo, i suoi rapporti dentro e fuori la scuola, la chiarezza che egli ha degli indirizzi di studio e del mondo del lavoro, le condizioni e le aspirazioni della famiglia, ecc. Proporre agli allievi la visione complessa della realtà è compito della società degli adulti, rappresentata dai docenti, dalla famiglia e dall’Ente locale. L’attività didattica in tutte le discipline si prefigge questo obiettivo. 


    Genitorialità e educazione alla scelta
    Il modello di orientamento presentato è funzionale al rafforzamento della personalità del singolo che impara a conoscere le proprie capacità e diventa in grado di promuoverle. Occorre valorizzare l’identità della persona in modo che operi scelte funzionali al progetto di vita che progressivamente viene delineando.
    L’orientamento si collega alla formazione della personalità, per questo motivo deve essere anche affidato alle persone più legate alla crescita del soggetto: i genitori, che contribuiscono a rafforzare l’identità dei figli - alunni, li conoscono meglio di qualsiasi altra persona.
    Vi sono caratteristiche della genitorialità, sottolineate dalla Metodologia Pedagogia dei Genitori, diffusa dal Centro Nazionale Documentazione e Ricerca di Collegno (TO), che occorre riconoscere e mettere in gioco nell’orientamento: la pedagogia della speranza, della fiducia, dell’identità, della responsabilità e della crescita. Si tratta di componenti essenziali, non solo per la formazione della personalità in generale, ma anche per l’educazione alla capacità di scegliere. Emergono dalla narrazione dell’itinerario educativo che ogni papà e ogni mamma percorre col figlio.
    Nell’età adolescenziale, caratterizzata talvolta da conflitti generazionali, genitori diversi possono potenziare l’intervento di altri genitori e partecipare alla valorizzazione delle capacità di ogni singolo allievo. L’orientamento che avviene tramite la famiglia possiede caratteristiche di intervento sistemico. I genitori della classe partecipano alle attività della scuola e gli alunni hanno la possibilità di riferirsi a una pluralità di adulti.


    Orientamento e narrazione
    I genitori intervengono senza proporre indicazioni generali, consigli generici o informazioni aspecifiche, ma raccontano la loro esperienza e le scelte che hanno compiuto. L’attività si realizza secondo le indicazioni della Metodologia Pedagogia dei Genitori realizzate nelle dinamiche previste nei Gruppi di narrazione . Le esperienze narrate diventano strumento di formazione: gli allievi si rafforzano nella loro capacità di scelta ascoltando il percorso dei genitori nella scuola e nel lavoro.
    Emergono situazioni vissute: l’umanità dell’adulto é messa al servizio della crescita dei giovani. La vita riprende le sue ragioni e interviene nel delicato momento in cui gli individui vengono posti nella necessità di dover scegliere. I ragazzi si sentono valorizzati poiché si dà loro fiducia nel progettare un futuro possibile; in questo compito non vengono lasciati soli, si rendono conto di avere una comunità di educatori, docenti e genitori sulla quale poter contare. Essere incaricati della funzione di orientatori attribuisce ai genitori autorevolezza nei confronti dei figli che avvertono l’alleanza tra scuola e famiglia. In tal modo si realizza una dimensione del patto educativo delineato dalla Metodologia Pedagogia dei Genitori.


    Orientamento territoriale specifico
    La scuola non è situata solo in ambito fisico: è al centro di una trama di rapporti sociali dei quali i genitori sono il riferimento più diretto e concreto. Più di ogni altro cittadino sono al corrente delle caratteristiche e delle esigenze dell’istituzione scolastica frequentata dal figlio, contemporaneamente vivono e operano nell’ambito territoriale di cui hanno una conoscenza approfondita. La scolarizzazione ha raggiunto alti livelli, molti genitori sono al corrente, direttamente o attraverso i conoscenti, delle caratteristiche delle scuole superiori del territorio. Portano la loro testimonianza ai ragazzi con la sensibilità e la partecipazione proprie della genitorialità.
    Particolarmente utili sono le riunioni tra genitori degli alunni delle classi seconde e terze: il passaggio da un ordine di scuola all’altro è spesso vissuto in modo problematico dalle famiglie  e la loro ansia può coinvolgere i figli. Il collegamento intergenitoriale permette di mettere in comune problematiche, di socializzare i timori, di prevedere collegamenti in vista di una scelta comune.
    E’ opportuno che siano presenti in queste riunioni i docenti organizzatori dell’attività, facendo sentire alla famiglia l’esigenza della scuola di affrontare assieme le problematiche dell’orientamento. Essi esamineranno con gli alunni le narrazioni dei genitori, discutendoli, approfondendoli con questionari e ricerche che alla fine dell’anno verranno presentate ai genitori come strumento di restituzione e valorizzazione delle indicazioni ricevute. .


    Orientamento e disabilità
    L’orientamento per i disabili integrati nella scuola viene spesso considerato un’attività a parte, da delegare a esperti. L’insegnante di sostegno è la guida alla quale si riferiscono molti genitori per identificare le scuole adatte che vengono scelte, dopo molte ricerche, tra quelle più accoglienti. All’interno delle superiori si sta rafforzando la cultura dell’integrazione. Spesso gli istituti professionali vengono considerati quelli maggiormente adatti: vengono reputati istituti facili, legati ad una concretezza che deriva dalla loro professionalizzazione.
    Questa situazione dimostra che, per quanto riguarda l’integrazione, siamo solo all’inizio e che si fatica a considerare i disabili allievi a pieno titolo, la cui intelligenza e capacità relazionale va stimolata quanto e più quella dei coetanei. Tutti gli ordini di scuola, compresi i Licei scientifici e classici, hanno bisogno di vedere rappresentati al loro interno i vari aspetti dell’umanità e della società, compresa la disabilità, pena un inaridimento dell’insegnamento, in particolare in una scuola come quella italiana che si vanta di diffondere gli studia humanitatis.
    L’orientamento dei disabili deve esser condotto sulle stesse linee di quello dei compagni, tenendo conto naturalmente delle loro difficoltà, ma non incentrato su queste, poiché si rischia di fondare sui problemi, non sulle potenzialità e le abilità. Si tratta di metter in atto quella che Claudio Imprudente, disabile gravissimo, chiama nuova cultura dell’handicap. Richiede un atteggiamento attivo da parte dei disabili che deve esser sollecitato dai compagni e questo può avvenire solo in situazioni di piena integrazione, in cui il percorso è lo stesso degli altri alunni. L’orientamento non deve esser condizionato da presunte difficoltà ambientali o strutturali della scuola: è anche per il disabile attività di lungo periodo che lo pone in grado di sviluppare le sue potenzialità, sorretto dalla solidarietà dei compagni che trovano modo di dare senso alla loro partecipazione scolastica.
    Le ricerche sull’integrazione, condotte sulla base dell’esperienza e della metodologia di Lev Semenovic Vygotskij, dimostrano che le funzioni mentali hanno una storia e uno sviluppo e si realizzano nelle comunità di apprendimento formate dai compagni di classe: affrontare materie teoriche e impegnative permette agli alunni disabili di strutturare le funzioni mentali superiori.
    Occorre un’azione di promozione e aggiornamento presso le scuole medie perché si rendano conto della necessità per gli allievi in situazione di handicap di affrontare studi seri, rigorosi, adattando la qualità e la quantità degli apprendimenti.
    Negli istituti secondari superiori deve essere presente la consapevolezza delle possibilità di crescita umana e intellettiva degli allievi in situazione di handicap e dei valori relazionali e di promozione umana per tutti gli studenti che l’integrazione comporta.
    Occorre documentare i percorsi positivi di integrazione nelle superiori perché diventino strumenti utili per replicare tali itinerari.


    Attuazione del Progetto di Orientamento proposto dai genitori
    Il modello di orientamento condotto dalle famiglie, secondo la Metodologia Pedagogia dei Genitori, è stato attuato nell’Anno scolastico 2004/05, presso l’Istituto comprensivo ‘Gamerra’ di Pisa. Il percorso, che comprende le testimonianze dei genitori, le riflessioni degli allievi e dei docenti è stato documentato da una pubblicazione edita a cura della scuola.
    Nel corso dell’anno scolastico 2006/07 l’orientamento attuato dai genitori è stato proposto dalla Provincia di Torino e dall’ENAIP presso le scuole medie G. Matteotti e A. Gramsci di Settimo Torinese. Accanto all’intervento dei genitori vi è stata la partecipazione degli allievi delle scuole superiori che hanno portato la loro testimonianza. Agli incontri hanno partecipato alunni disabili che hanno parlato della loro esperienza di integrazione. La documentazione del percorso di orientamento è stata raccolta a cura della Provincia di Torino.
    Nell’Anno scolastico 2007/08 il Progetto è stato attuato presso l’Istituto comprensivo “Anna Frank” di Collegno nelle classi: II A, II D, II E.
    A Bolzano e Provincia l’Orientamento come educazione alla scelta è stato svolto nell’Istituto Comprensivo Bolzano 2 e in quello di Bressanone.

     

    Le linee guida e le basi epistemologiche della Metodologia Pedagogia dei Genitori sono contenute nel saggio A.Moletto R.Zucchi, La Metodologia Pedagogia dei Genitori. Valorizzare il sapere dell’esperienza. Maggioli editore, 2013.



    Per informazioni:


    A. TARQUINI, Il Quoziente di Intelligenza? ‘Non esiste’, la Repubblica. 28 VIII, 2007.

    G. DE RITA,  Famiglia e responsabilità educative, Conferenza Nazionale della Famiglia, Firenze, 24-26 maggio 2007.

    Vedi Appendice che riporta una serie di schede sulla Metodologia.

    L.S.VYGOTSKIJ, Storia dello sviluppo delle funzioni mentali superiori, Giunti, Firenze 1974.